Api in alta montagna anche d’inverno a 1800 m s.l.m.
Al termine della fioritura del Rododendro i nostri apiari di Crampiolo hanno fatto rientro nella bassa valle. Abbiamo scelto di lasciare 4 alveari per monitorarne il comportamento.
Non ci piace chiamarlo “esperimento”, perchè in effetti non lo è. E mai metteremmo a rischio le nostre Api, soprattutto in anni come questi dove bisogna già combattere con diverse problematiche per tenerle in vita.
Siamo convinti che se sane e con scorte adeguate le Api siano in grado di sopravvivere in condizioni estreme come quelle dell’inverno rigido dell’alta montagna. In questo modo, oltre a dimostrarci un’altra volta la loro incredibile forza, potremo valutare future nuove tecniche apistiche per ottimizzare il loro benessere e la produttività.
Durante uno dei nostri monitoraggi, approfittando delle ore più “calde” abbiamo liberato gli alveari dalla molta neve che le copriva. Ma, ovviamente l’avevamo messo in conto: sappiamo che la neve funge da isolante termico. Approfittando del tepore del sole sono uscite per i loro “bisogni” ed è stato davvero bellissimo constatare quanto fossero in salute e davvero numerosissime.